C'è solo tristezza e un filo esile di speranza nella storia di Hind Hamadeh, la bambina di 6 anni che, insieme ad altri parenti, stava cercando di mettersi in salvo raggiungendo l'ospedale Ahli

con un'auto dopo che, nei giorni scorsi, l'esercito israeliano aveva ordinato di evacuare la zona ovest di Gaza City. Nelle telefonate che si sono succedute tra gli occupanti dell'auto e altri familiari, l'unica a rispondere era Lind che diceva di essere la sola sopravvissuta a un attacco dei carri armati israeliani che avevano circondato l'auto. A quel punto la Mezzaluna rossa ha inviato un'ambulanza che ha concordato l'itinerario e ricevuto ogni rassicurazione dalla sala operativa dell'esercito israeliano. Da lì in poi solo silenzio. Nessuna voce, nessuna risposta. Non è che una delle tantissime tragedie in quella tragedia che sembra non avere più misura, che si sta consumando nella Striscia di Gaza. Pretendere una risposta dal governo di Israele è una questione di rispetto della vita umana. Pretendere una presa di posizione, una reazione dagli altri governi, compreso il nostro, è questione di civiltà, di democrazia, di umanità.


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