Il 29 ottobre, già in piena guerra, il ministro dell'Energia israeliano ha annunciato la firma di una convenzione con cui Eni

e altre società internazionali e israeliane hanno ottenuto la licenza per sfruttare il giacimento di gas offshore di fronte a Gaza, all'interno della zona marittima G al 62% palestinese. A ricordarcelo è Alberto Negri dalle pagine del Manifesto dopo averlo appreso da alcune organizzazioni per i diritti umani palestinesi che hanno diffidato tutte le compagnie a dare corso all'accordo. Ma non è certo la prima volta che Israele stipula accordi e concessioni per estrazione e commercio del gas senza tenere minimamente in conto la presenza dei palestinesi su quel territorio. Eppure una forte pressione internazionale avrebbe potuto utilizzare proprio i proventi del gas come strumento di pace tra i due popoli e di sviluppo per i palestinesi. Questo sì sarebbe un "Piano Mattei" da sostenere! Ma per ora, però, appare quanto mai opportuno un intervento del nostro governo, maggiore azionista di Eni, per sospendere quell'accordo annunciato in tempo di guerra.


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