L'aspetto più preoccupante dell'operazione di polizia condotta a Ferrara ai danni di 24 persone tra i 20 e i 30 anni indagate per "apologia di fascismo, istigazione all'odio razziale e minacce e vilipendio delle forze armate", è la capacità di proselitismo.
Le vere perquisizioni non sarebbero da fare nelle abitazioni ma negli anfratti della rete e nei luoghi di ritrovo informali dove gli animi dei ragazzi meno strutturati tendono a restare intrappolati nel clima di esaltazione della violenza che ti fa sentire superiore a qualcun altro e ti fornisce quattro idee semplici semplici per le quali chi ha la pelle scura fa schifo. Suprematismo bianco e nostalgie totalitarie sono categorie da grandi. A loro interessa sentirsi forti e la violenza operata con un manganello, una catena, un coltello a serramanico in mano (sono gli oggetti sequestrati) li fa sentire superiori ai disarmati, ai deboli, a coloro che vanno disprezzati proprio perché deboli. Una sorta di bullismo elevato a valore e sistema in cui un'ideologia spolverata dall'archivio del passato fornisce carburante e apparente nobiltà col valore aggiunto di tutti i simbolismi e i rituali del caso. Qualcuno ritroverà l'arte di parlare a questi giovani di un'altra forza e di un'altra nobiltà? Che lo splendore dell'arte e la dignità dell'altro, l'uguaglianza e la fraternità, il sudore dello sport e la leggerezza della danza, sono più nobili del sogno di spaccare la testa di un immigrato?