"Combattiamo contro tre giganti, mio caro Sancho: l'ingiustizia, la paura e l'ignoranza". A scriverlo è Miguel de Cervantes nel celeberrimo Don Chisciotte de la Mancia.

E oggi sentiamo quelle parole particolarmente appropriate pensando alla rassegnazione che abbiamo maturato circa le percentuali di astensionismo nelle elezioni. Ad ogni tornata sappiamo già che poco meno della metà degli aventi diritto non parteciperanno. Rinunceranno, cioè, a contribuire a scegliere le persone che decideranno ciò che è meglio per quel territorio. Alcuni lo fanno per reazione a qualche decisione che hanno subito come ingiustizia e non si fidano più di nessuno. Tra gli astenuti sono quelli più consapevoli e vivono una sorta di astensione attiva o re-attiva. Poi ci sono quelli della paura o dell'ignavia che non infilano la scheda perché così nessuno potrà accusarli di concorso. Loro non ne sanno niente, non c'erano, e se c'erano dormivano! Infine c'è la folla degli ignoranti, quelli impregnati di luoghi comuni, che restano incollati a uno schermo più o meno per qualsiasi cosa purché inutile o banale o sparata grossa. Ebbene, don Chisciotte insegna a non prendersela tanto con loro, quanto con i giganti dell'ingiustizia, della paura e dell'ignoranza. Ovvero con le culture, i sentimenti, le emozioni, le convinzioni e le fake che li condizionano e li inducono a lasciar perdere e nemmeno a pensarci.


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