Ci vuole molto coraggio a portare in prima pagina la notizia di una ricerca che riferisce con evidenza scientifica che la popolazione indigena degli Yanomami è vittima dell'attività estrattiva dell'oro.
Lo fa l'Osservatore Romano riportando anche le parole di Dário Vitório Kopenawa, vicepresidente dell'associazione "Hutukara Yanomami", che riunisce i leader delle comunità di questo popolo indigeno residente in Brasile. Di fatto si è scoperto che il mercurio che si utilizza per l'estrazione dell'oro, tra gli altri danni, provoca alcune forme di disabilità e un ritardo cognitivo sui bambini. Il 55% dei bambini sottoposti ad esami presentano una quantità di mercurio più alta della norma nel proprio organismo. In alcuni casi esattamente il doppio del limite massimo consentito. E pazienza se i giornali cosiddetti mainstream considererà questa notizia "minore" ma credo che l'informazione debba convertire il proprio sguardo in maniera radicale e guardare alle situazioni con gli occhi di una madre, o comunque di quei genitori che soffrono una condizione di sfruttamento per cui il profitto dei garimperos (cercatori d'oro) e soprattutto delle multinazionali del prezioso metallo diventa più importante della vita dei propri figli. Ci sarebbe da chiedere proprio ai lucratori d'affari come fa la gente semplice: "E se fosse tuo figlio?". Il giornale vaticano titola "Metallo pesante" ma il peso pende tutto da una sola parte.