Per molti il 3 ottobre era solo la vigilia della festa di san Francesco. Dal 2013 invece è una data da non dimenticare col suo tragico carico di 368 vittime. Persone con tanto di nome e di cognome, di legami familiari e di affetti... partiti carichi di speranza per cercare pane e dignità e che hanno trovato solo morte in un sepolcro che appare immenso come il mare cui da sempre abbiamo dato il nome di Nostrum.
Ma per molti rappresenta soltanto la commozione di un momento, come quando a una fotografa capita in sorte di fotografare il corpo di un bambino siriano disteso senza respiro su una spiaggia e quella fotografia fa il giro del mondo e converte per un attimo, forse per un giorno, le coscienze sopite. Poi inizia di nuovo il circo della paura, del disprezzo e dei luoghi comuni che di quei 368 e di tutti gli altri non tengono affatto conto. Poi prosegue senza dolore e senza pudore la giostra che fa salire nei sondaggi la voglia di respingimento che è capace persino di dettare la linea alle scelte politiche come avviene in questi giorni con quel falso Jus soli che non approda in Parlamento perché “sarebbe un regalo a Salvini” o “un suicidio politico”. Dove le ragioni della propria sopravvivenza politica soverchiano le ragioni della vita delle persone. Pensiamoci, oggi, in questo triste anniversario che mette il lutto al braccio della nazione e forse anche al cuore e rifiutiamoci l'ennesimo giro di giostra mediatica.