Nel tempo in cui l'impegno politico era l'unico orizzonte immaginabile per il cambiamento, andare per canzoni popolari poteva essere considerata una fuga. Dall'altra parte il ceto colto e gli intellettuali di plastica non potevano cedere alla possibilità di dare dignità al canto dei contadini, degli operai, delle mondine e dei cantastorie.
Giovanna Marini ha contribuito in maniera determinante a dissotterrare un patrimonio culturale senza il quale ci saremmo trovati tutti più poveri. Le sue collaborazioni (e la sua amicizia) con Pasolini, Dario Fo, Italo Calvino e tanti tanti altri registi, cantautori (vedi Il fischio del vapore con De Gregori), poeti, intellettuali dagli anni 60 fino ad oggi, ce ne dà ragione. La vita mi ha fatto grazie di conoscerla invitandola a cantare Pasolini in Cittadella Laudato si' di Assisi e sono stato letteralmente travolto da quella personalità caparbia e dolce, ironica e profonda. Alla scuola di musica popolare di Testaccio, cui diede vita negli anni Settanta, la prima nel suo genere, di continuare quel contributo al cambiamento che può avvenire anche andando a scovare i sentimenti cantati dagli ultimi e le speranze della povera gente. Ciao Giovanna.