Due profeti di pace in tempi complessi, capaci di superare i pregiudizi per andare incontro all'altro, sapendo che con la guerra tutto è perduto. Stiamo parlando di Luigi Bettazzi e Giorgio La Pira, protagonisti di un incontro che si è tenuto ieri al Salone del Libro, organizzato da diocesi di Torino e Uelci (Unione editori e librai cattolici italiani).
A ricordare le due figure sono stati il sociologo Franco Garelli, padre Bernardo Gianni e Alberto Riccadonna, direttore del settimanale diocesano "La Voce e Il Tempo". Garelli su Bettazzi ricorda due particolari: "La sua apertura e la capacità di mettersi in discussione. Sapeva comunicare la sua passione, era poroso sui temi della pace, sui temi sociali". (…) "Come sosteneva La Pira e ci ricorda Francesco – dice padre Bernardo Gianni – non c'è futuro per l'umanità se lasciamo che la rivendicazione delle armi si sostituisca al dialogo. Occorre uno sforzo non utopico ma di umiltà, per essere testimoni di una speranza che disinneschi l'ineluttabilità, acquisendo nella fede la prospettiva di restituire alla condizione umana quella dignità che nessuna cultura della violenza può dare".
(Eugenio Giannetta, La Pira e Bettazzi, la pace si crea in rete, Avvenire 14/5/2024, p. 22)