Siamo all'ultima campanella dell'anno de "la scuola secondo la destra" e forse vale la pena chiedersi qual è lo stato di salute di questo vitale incubatore di futuro. In realtà se ne parla molto poco al punto da apparire come una Cenerentola in castigo dietro la lavagna del dibattito sulle cose che contano.

A molti sembra che nella scuola di oggi prevalga quell'impostazione aziendalistica che si è già abbondantemente appropriata della sanità e delle politiche sociali e che non manca certo di condizionare programmi, metodi e persino finalità dell'istruzione. Basti vedere la mutazione –  graduale ma inesorabile – del nome stesso del suo ministero da Pubblica istruzione a Istruzione e merito. La Pro Civitate Christiana di Assisi propone un "percorso di studio e confronto tra docenti ed educatori" dal titolo che oggi suonerebbe quasi rivoluzionario: "Pubblica istruzione". Anche sulla scorta, ciascuno della propria esperienza personale, siamo consapevoli che, come diceva Paulo Freire: "Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, ci educhiamo gli uni con gli altri, mediati dal mondo". Istruire ed educare non sono affatto sinonimi e pensare che quella del merito sia una misura equa e premiante è un'illusione ottica che possono adottare i miopi cronici e i borghesi senza possibilità di redenzione. Don Milani docet! Per chi volesse approfondire e approfittare: www.cittadella.org/pubblica-istruzione-2024. Siamo agli ultimi giorni per le iscrizioni.


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