La Procura ci prova ancora a chiedere l'archiviazione dell'inchiesta Mario Paciolla, il giovane operatore dell'Onu che "fu suicidato" in Colombia il 10 luglio 2020. I giornali dicono che i genitori non ci stanno e si oppongono, ed è vero.
Ciò che non dicono è che a questa ingiustizia si oppone un popolo intero. Lo stesso che non accetta di chiudere gli occhi davanti agli intrecci di potere e soldi che non risparmia nessuno, nemmeno i funzionari delle Nazioni unite. Un intreccio che Mario aveva scoperto e che minacciava di denunciare. E se questa è una ricostruzione fantasiosa e priva di fondamento, ascoltino i genitori, gli amici, i testimoni del tormento di Mario negli ultimi giorni. Prima di decidere di archiviare, la Procura studi almeno le incongruenze macroscopiche che raccontano di un suicidio chiaramente inscenato, interroghino i funzionari Onu in servizio in quel momento a San Vicente del Caguan. Sono queste le ragioni per cui non ci rassegniamo all'occultamento della verità e la rivendichiamo con forza. È un atto di giustizia che farebbe onore anche a chi l'amministra nei tribunali oltre che a Mario, a tutti i Mario Paciolla della cooperazione internazionale e ai tanti giovani che continuano a riconoscersi nella trasparenza della sua vita.