A un superficiale e rapido controllo della rassegna stampa odierna, si coglie che la vicenda che ha riguardato la memoria di Anna Frank è scivolata silenziosa nelle pagine interne dei quotidiani o è scomparsa del tutto.
Gli organi di polizia hanno fatto le loro indagini per scoprire gli autori, l'organismo che sovrintende al gioco del calcio ha fatto in modo che si leggessero alcuni brani del diario prima delle partite e che si regalasse qualche copia ai bambini, il presidente della Lazio ha fatto la sua "sceneggiata" e, poi, la sua figura. Sembrerebbe tutto a posto. E invece è proprio da questo momento che c'è bisogno di vigilare più attentamente perché quello degli adesivi di Anna Frank è solo l'episodio che per una serie di circostanze ha sollevato più clamore, ma i social network così come i muri delle città sono pieni zeppi di insulti e richiami alle persecuzioni razziali, come di voci violente e razziste contro gli stranieri e qualsiasi altra minoranza e/o diversità. E non bastano nemmeno pene più severe. Si avverte piuttosto la necessità o l'urgenza di una campagna di vaccini che anche in questo caso ha i suoi negazionismi e le sue pretese verità antiscientifiche. Ed è soprattutto un lavoro educativo, paziente e duraturo che rifugge gli interventi spot, i picchi di ascolto e le sceneggiate per spendersi nelle case, nelle aule e nella rete tutti i giorni.