Come non essere d'accordo con l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per le migrazioni e della fondazione Migrantes?

"Spendere un miliardo – dice – per costruire tre prigioni a cielo aperto e un centro di identificazione allo sbarco per 400 persone significa che siamo passati dai muri alle prigioni, quindi siamo davanti ad un passaggio ulteriormente grave nella gestione del diritto di asilo". Per il presidente di Migrantes siamo davanti ad un "grande spreco di risorse, ad un risultato minimo e speriamo venga presto una condanna anche dalla Corte penale europea e dalla Commissione dei diritti umani". Perego parla di "pagina triste della nostra democrazia". Di fatto siamo alla delocalizzazione della violazione dei diritti umani, allo stravolgimento della nostra Carta che all'articolo 10 ricorda: "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge". Lo scrivevano uomini e donne che spesso avevano dovuto varcare i confini con amarezza e affrontando tante difficoltà per non finire nelle patrie galere o peggio. 


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