Tutta la scrittura del mondo non basterà oggi per dire della vita di Iole Mancini. Partigiana per una vita, appunto.

E non solo per gli anni della resistenza al nazifascismo. Perché la scelta di stare dalla parte della libertà, ovvero di essere partigiani, non può essere trattenuta in un tempo. È tutta una vita. Per questo quella donna torturata in via Tasso ha scelto di frequentare le scuole e travasare nell’animo dei giovani le ragioni e gli ideali che animarono quegli altri giovani controvento. La forza mite delle sue parole dava sì musica alle idee ma i giovani ascoltavano di più la vita di chi aveva scelto da che parte stare. Ora che non c’è più la voce, sappiamo che rimane il meglio. La memoria e la certezza che si può essere e si può fare. Come Iole.


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