Le mafie italiane sono diventate esperte di Intelligenza artificiale. Ormai da tempo, anticipando altre realtà,

e soprattutto la polizia, usano criptovalute per saldare gli acquisti di importanti quantità di droga, si servono degli algoritmi delle machine learning, gestiscono flussi di informazioni che non sono conosciuti dalle autorità giudiziarie. Inoltre adottano i criptofonini, il mondo dello shadow-web e di shadow-data e prediligono Telegram. Di tutto questo e di molto altro si è discusso ieri a Palazzo San Mancuto, sede della Commissione antimafia in un convegno dal titolo: "Algoritmi criminali: Ia, mafie, web". Insomma, a dispetto dell'immagine naif e ruspante che circola nell'immaginario collettivo, le mafie sono sempre un passo avanti. Fiutano l'aria, si avvalgono di esperti preparatissimi e consolidano la propria forza economica con strumenti e competenze che non hanno pari in nessun altro settore. Tutto questo richiede una risposta adeguata in termini di capacità comprovate e di investimenti economici da parte dello Stato. Quindi se cambia pelle la mafia, deve mutare anche la lotta alle mafie di cui si dovrebbe trovare traccia in una finanziaria in grado di comprendere la sfida. Ma nello strumento essenziale che sarà varato dal Parlamento nei prossimi giorni, questa voce non risulta pervenuta.


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