Sull'esempio di Mario, nemmeno noi dobbiamo arrenderci. Se qualcuno spera il contrario, sappia che noi non possiamo arrenderci e non archiviamo.

Ricordate Mario Paciolla, il cooperante italiano che lavorava con le Nazioni Unite in Colombia e "fu suicidato" perché sapeva troppo e voleva anche fare verità su corruzione, violenze e soprusi di istituzioni importanti sulla pelle della povera gente? Ebbene oggi era fissata l'udienza per decidere sull'archiviazione della sua vicenda e il Tribunale ha deciso di rinviare. E noi speriamo che il rinvio proceda verso la volontà di approfondire indagini e segmenti di fatti e non verso un rassegnato abbandono di quei faldoni alla polvere degli archivi giudiziari. Se chiediamo di proseguire nelle indagini non è per aiutare l'elaborazione del lutto di due genitori indomiti e di un'intera famiglia, quanto per ridare speranza alla giustizia e al processo di pace di quel Paese lontano e poter continuare a dire che un altro mondo è possibile, anzi necessario. Non lo facciamo nemmeno per onorare semplicemente la memoria di un giovane che abbiamo imparato ad amare ma per consegnare ai più giovani un mondo più pulito. Ovvero più giusto.


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