Oggi nelle chiese d'Italia si celebra la Giornata del dialogo ebraico-cristiano che ieri è stato in qualche modo anticipato da un importante incontro organizzato dalla Diocesi di Roma.

A segnare il dibattito è stato l'intervento di Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma. "Sembra che la Chiesa, o almeno una sua parte, stia cedendo di nuovo alla tentazione di tagliare i ponti con l'ebraismo. Con l'appoggio di una sua parte, peraltro autorevole, Israele è tornato sul banco degli imputati", ha affermato Di Segni nel suo intervento. E poi ha proseguito rincarando la dose su Papa Francesco: "A proposito del conflitto israeliano-palestinese si è espresso parlando di 'sproporzione' riferendosi alla reazione israeliana. La vera sproporzione è un'altra. A confronto con altri eventi ben più tragici, l'attenzione mediatica si è concentrata su quei fatti". Papa Francesco non ha bisogno di avvocati difensori che spieghino le sue prese di posizione ma lasciate che dica che non solo credo nella sproporzione dell'intervento ma che l'attenzione mediatica non ha potuto far conto di inviati e corrispondenti dalla Striscia di Gaza ai quali è stato impedito di documentare al meglio quanto successo negli ultimi 468 giorni. Altro che "sproporzione mediatica"! In ogni caso questa distanza di valutazione sulle più di 46.000 vittime in quell'angolo di mondo e per le condizioni estreme in cui versa la popolazione che la abita, non deve far venire meno il desiderio del confronto e del dialogo.


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