Non è polemica la mia. Anche perché capisco bene il valore di una sconfitta della nazionale di calcio del proprio Paese che, per questo, non potrà partecipare al Campionato Mondiale per la prima volta dopo 60 anni.

Capisco bene che ci sono conseguenze e implicazioni economiche e sociali. Forse anche politiche. Ma che accanto a questa importante notizia si desse quantomeno un aggiornamento della situazione nelle zone iraniane e irachene colpite dal terremoto... E invece nulla. La notizia sembra scomparsa dall'agenda dell'informazione. Si tratta di centinaia di morti e di migliaia di feriti in zone già provate dal terrorismo fondamentalista che ha prodotto stragi. Un silenzio incomprensibile da parte di chi - prima e più di altri - dovrebbe avvertire l'urgenza e il beneficio della solidarietà internazionale che nasce dalla conoscenza dei fatti. Come dire che non è stata sconfitta solo la nazionale ma anche il senso umano di vicinanza a chi soffre.

 


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