A leggere attentamente le analisi del settore militare sulla produzione di armi è in atto una vera e propria conversione al contrario, una "controconversione".

Il direttore di Rivista Italiana Difesa, Piero Batacchi, lo scrive chiaro e tondo in un articolo dal titolo significativo: Riconvertire parte della filiera dell'auto al militare. "Il mondo è più pericoloso – scrive – c'è bisogno di maggiore sicurezza e gli Stati investono in nuovi sistemi d'arma. Riconvertire una parte della filiera dell'auto all'Aerospazio e Difesa è un trend tale già da 3 anni, ma proseguirà negli anni a venire". E poi aggiunge che, di fatto, per ogni euro investito ne ritornano più di 3. Ed è ciò che sta avvenendo perché la richiesta è cresciuta in maniera esponenziale al punto che si stima in 20 miliardi di euro il fatturato delle prime 100 aziende che, in tutto o in parte, producono armi e sistemi d'armi. D'altra parte – dicono – è l'unica maniera per garantire la sicurezza, ovvero la pace. E invece noi sosteniamo esattamente il contrario: continuare ad armare il mondo lo rende più pericoloso e pronto alla distruzione. È la presenza di tante armi a sollecitarne il consumo, ovvero la guerra. Non esiste in economia un esempio contrario.

 


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