Non serve fare largo alle donne: ci pensano già da sole. E nemmeno varare leggi che garantiscano loro il diritto ad occupare uno spazio, un ruolo.
Le donne si siedono, camminano, giocano, parlano, sorridono o piangono quando, come, se, con chi vogliono. Mi spaventa piuttosto che abbiamo bisogno di immaginare – ancora oggi – misure e leggi per riconoscere la pari dignità alle donne. Il problema non è nella legge che manca ma nel pensiero inciso a fuoco nella testa di molti uomini con la formula de “le donne non”. Non sono capaci, non sono adatte, non ce la fanno. Le donne non sono dotate naturalmente, non possono perché poi sono loro che restano incinte, non devono trascurare la casa, non sono tagliate per le scienze dure. Le donne non hanno la misura, non hanno capacità organizzativa, non seguono la logica giusta, non hanno la nostra stessa esperienza. È questo muro di cemento armato di pregiudizi e luoghi comuni che bisogna abbattere dentro la coscienza di ognuno. Altro che mimose!