Immigrati deportati nel lager di Guantanamo. Come terroristi o criminali. Come quelli che attentano alla vita delle persone per accrescere potere e denaro.
È lo specchio più crudo e fedele della politica anti-immigrati dell’amministrazione Trump. Lui stesso dice che si tratta di un monito rivolto a tutti gli abitanti del pianeta perché si sappia che negli Usa non si entra illegalmente. A quanto si apprende, tra i deportati ci sono molti europei e forse anche italiani. A quanto si apprende non si tratta soltanto di immigrati entrati “clandestinamente” nel Paese ma anche di coloro che sono stati trovati sprovvisti dei documenti necessari o che avevano il visto d’ingresso scaduto. Ancora una volta la crudeltà si accanisce sulle persone più indifese e diventa propaganda di una visione contraffatta del mondo. Il paradosso è non riuscire a prendere coscienza dell’immigrazione come fenomeno mondiale e non come problema. Le cause del fenomeno sono altrove. L’amministrazione Usa di fatto si accanisce contro l’espressione del fenomeno mentre contribuisce in modo determinante ad accrescere le cause delle migrazioni tagliando i fondi di Usaid e mettendo in atto politiche predatorie e di sfruttamento che sono alla radice dell’abbandono di quelle terre per andare a cercare di sopravvivere altrove. Senza trovare riconoscimento di dignità.