A leggere l'annuale rapporto di Oxfam International si resta prima allibiti e quasi increduli e poi – per dirla pulita – indignati.
Non soltanto perché si conferma la tendenza a concentrare la ricchezza mondiale nelle mani di una sparuta minoranza di Paperoni del pianeta, ma soprattutto perché la tendenza alla povertà segna anche coloro che lavorano, che significa che i diritti salariali nel mondo oggi sono meno garantiti di ieri e che la ricchezza di quell'1% di nababbi è prodotto dal lavoro sottopagato di tanti, troppi nel mondo. Non a caso il titolo del rapporto è: “Ricompensare il lavoro, non la ricchezza”. A questa tendenza non è estraneo il nostro Paese in cui a metà del 2017 il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale netta, il successivo 20% ne controllava il 18,8%, lasciando al 60% più povero appena il 14,8% della ricchezza nazionale. E non è un caso che il rapporto è uscito in questi giorni visto che comincia oggi a Davos il World Economic Forum che vede anche l'inquietante presenza del presidente USA e che ha come titolo: “Creare un futuro condiviso in un mondo frammentato". Appunto.