Zainab Ansari è il nome della bambina di 6 anni che la settimana scorsa è stata trovata morta, in una discarica di Kasur nella provincia del Punjab, in Pakistan, dopo che ne era stata denunciata la sua scomparsa nei giorni precedenti.

Gli investigatori hanno riscontrato chiari segni di uno stupro e delle violenze che alla fine hanno portato la piccola alla morte. Una notizia così non può riguardare solo il Pakistan, in cui la tragedia si è consumata, ma il mondo intero che deve ribellarsi e chiedere che l'infanzia sia protetta in ogni parte del mondo, ad ogni latitudine. Perché, in particolare, quel tipo di violenze cominciano nella testa, nel tipo di cultura alla quale ci si è nutriti. La piccola Zainab è stata uccisa già quando nella convinzione comune la vita di una donna vale meno di quella di un uomo e quando si è convinti nel profondo della coscienza che le donne sono merce o oggetto di piacere e basta. Su tutto questo e su altro ancora bisogna vigilare attentamente e globalmente perché non vi possono essere tradizioni di sorta che giustifichino i matrimoni infantili o l'infibulazione, la vendita dei minori o la loro prostituzione. Al tempo del pianto con i genitori di Zainab segua la nostra attenzione e l'azione capillare perché nessun altro genitore abbia più il cuore schiacciato da questo peso enorme e incomprensibile.


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