Luciana Alpi è da annoverare tra le madri-coraggio. Come quelle di Plaza de Mayo in Argentina, come le tante che ho conosciuto percorrendo l’America Latina, come le mamme dei tanti uccisi dalle mafie.

Non si è mai rassegnata alla prepotenza della menzogna e all’arroganza dei forti. Che, poi, erano solo apparentemente forti. Perché il tempo ricompenserà - ne siamo certi - determinazione e coraggio di questa madre che non si è mai data per vinta e che, prima di morire, avrebbe voluto tanto partorire nuovamente Ilaria alla verità storica che svelerebbe intrecci, intrighi, interessi, responsabilità, altre violenze. Luciana se n’è andata consegnandoci il testimone di una staffetta che non può e non deve essere fermata. Perché la verità non è una concessione benevola. Semplicemente è la legittima esigenza che sgorga da una democrazia quando è autentica. Anche per questo la coltre intessusta di deviazioni, false testimonianze, genericità vacue, arresto di innocenti e annacquamenti istituzionali oscura tutti. Rappresenta una vera crisi istituzionale. Un'emergenza di cui farsi carico, dalle persone di governo al semplice cittadino. Questo Luciana ci ha insegnato e questo noi dobbiamo proseguire soprattutto adesso che sappiamo che rivive nell'abbraccio di Ilaria.


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