Nel tempo della globalizzazione, essere sovranisti non è soltanto una miope illusione prospettica, è soprattutto un errore disastroso destinato a ripercuotersi drammaticamente su tutta la comunità e sulle future generazioni.

L'inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici, la “plastificazione” dei mari e la schiuma maleodorante dei fiumi, non conoscono dogana, né confini, né porgono i propri documenti d'identità al controllo di frontiera. Anche la criminalità organizzata, dai tempi dei gangster italiani a Chicago, mette a segno i propri traffici loschi su scala transnazionale senza badare a lingue, tradizioni e divieti. Persino una congiuntura economica non può essere più controllata entro i sacri confini della propria patria. Oggi più che mai siamo un villaggio globale. La dimensione europea e la forma dell'Unione non è che un primo e piccolo tentativo, ispirato dalla lungimiranza di alcuni statisti veri, di armonizzare legislazioni, orientamenti, scelte... Di fronte ai quasi 10 milioni di chilometri quadrati della Cina, l'intera Unione Europea ne ha 4 milioni e rispetto al miliardo e mezzo di abitanti del continente giallo, l'UE ne ha 500 milioni. Così, giusto per capire. Per questo è importante non mancare l'appuntamento democratico delle urne con l'Europa. Per questo è importante riuscire a mantenerne vivo lo spirito di cooperazione e unità al di là degli interessi particolari che sarebbero la negazione stessa del sogno europeo.


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