Ci sono situazioni e momenti in cui non riesco a ricomporre i pensieri e a trovare le parole per esprimerli. Sono quelle le occasioni in cui ricorro a chi è capace di pensieri più profondi, in grado di cogliere la filigrana delle situazioni e di dare voce all'anima del mondo.

Oggi chiedo a Pier Paolo Pasolini di venire in mio soccorso con la poesia "Gli italiani".

L'intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai
da uno dei milioni d'anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,
di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l'ha mai liberato.
Mostrare la mia faccia, la mia magrezza -
alzare la mia sola puerile voce -
non ha più senso: la viltà avvezza
a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.


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