Mentre il ministro dell'interno (o il capo del partito della Lega) parlava a Foligno a sostegno del candidato sindaco della destra in vista del ballottaggio, alcuni ragazzi si sono presentati con una semplice maglietta bianca sulla quale c'era scritto: Se stessi affogando salverei anche te.
Una contestazione pacifica, anzi nonviolenta. Segno che di fronte alle scorciatoie mentali e alla complessità dei problemi, alle semplificazioni inconsistente ma ad effetto, allo slogan che disvela l'apparente soluzione di questioni spinose, di fronte alla via d'uscita più conveniente per il destinatario di turno... non è vero che c'è sempre bisogno di rispondere con lunghe trattazioni dello stesso tema e con un linguaggio accademico. Quei ragazzi intanto si sono messi in gioco e, con una frase semplice semplice, hanno raccontato una verità che mette a nudo il potenziale smarrimento di umanità su cui stiamo scivolando, ci fa sentire fragili e vulnerabili nella stessa condizione della persona migrante e si offre di starti accanto solidalmente. Quei ragazzi sono un segno di speranza. Purtroppo non esiste un Nobel o un premio importante per gli slogan, ma siccome quella frase sulla maglietta vale almeno quanto un articolo di giornale, io gli assegnerei senza esitazione il Pulitzer Prize.