Mons. Luigi Bettazzi va verso i 96 anni, 53 dei quali trascorsi a Ivrea. Per questo La Stampa ha pensato di raccogliere la sua opinione circa i recenti fatti di cronaca che hanno visto un commerciante sparare e uccidere un ladro.
Con la consueta profondità di analisi, Bettazzi però non si ferma alla cronaca e scava più a fondo: “È il frutto di questa nuova ondata di pensiero che si è diffusa. E che la nuova legge in tema di legittima difesa ha ulteriormente incoraggiato e promosso – risponde, e prosegue - . È dovuto al fatto che si sta diffondendo un pensiero anti umanitario. Che è il contrario della parola umanitario. Un pensiero che ti fa dire: 'Prima di tutto ci sono io e gli altri non sono niente'. Ecco tutto questo porta a conseguenze che talvolta possono essere estreme. (…) La radice di questo si trova nell'ondata di tempi nuovi che stiamo vivendo. Nel fatto che il buon ministro Salvini conferma con croci e rosari la sua posizione. Siamo autorizzati. C'è la legge dell'antiumanitarismo pieno. E dico di più: non c'è nulla di più antiumanitario di fare qualcosa di questo tipo contro chi ci offende. (…) Questa è la città di Adriano Olivetti per il quale il dipendente era prima di tutto un essere umano. Solo in seconda battuta era un lavoratore. L'anti umanizzazione di cui parlo ci porta a perdere di vista i valori. (…) Da questa ondata se ne viene fuori recuperando quel senso di umanità che ci apparteneva. Dobbiamo fare un lavoro vero per capire come si può e si deve fare”.