C'è una quotidianità dell'informazione che non ci soddisfa perchè ha un'agenda che non sempre (quasi mai!) corrisponde alle priorità della gente e dei popoli.
C'è una verità troppo spesso nascosta tra le pieghe dei fogli di giornale o che incespica tra le parole dello speaker televisivo.
C'è un commento dei fatti che contano veramente che vogliamo rileggere con l'unico filtro che conosciamo.
Quello degli sconfitti, delle vittime, della pace, della gente...
"Avendo in corpo l'occhio del povero" - avrebbe detto don Tonino Bello.
Per questo lanciamo questa nuova rubrica "feriale", ovvero un commento breve che, come Mosaico di pace, ripesca un fatto per riproporlo all'attenzione dei lettori con una luce nuova, con una sensibilità che scommettiamo condivisa.
E se così non fosse è destinata ad aprire riflessione e dibattito.
Pertanto quotidianamente proporremo un commento - breve quanto un'annotazione - su qualcosa che rischierebbe di passare altrimenti inosservato.
Sarà curato dalla redazione e specificatamente da Tonio Dell'Olio.
Speriamo incontri il gradimento e il favore di chi cerca di lasciarsi provocare per non fermarsi mai alla scorza degli avvenimenti ma di cercarne la linfa per attingere nuovi motivi di impegno.

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Aiutarli a casa loro sembra diventato ormai un ritornello stantio che si sente ripetere a destra come a sinistra e al quale ognuno dà il significato che più gli conviene politicamente.

 

Questa mattina l'Ordinario militare si reca nel Palazzo dell’esercito in via XX Settembre dal comandante di Stato maggiore generale Danilo Errico per presentare e rendere noto il decreto del 17 giugno 2017 con cui la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, ha dichiarato san Giovanni XXIII “Patrono presso Dio dell’Esercito italiano”.

In questo 11 settembre globalmente tropicalizzato e in cui il pensiero va a quel 1973 del golpe in Cile che tentava di spegnere le speranze di libertà di un intero popolo e, forse, di un continente e a quello del 2001 spartiacque secondo alcuni di uno scontro di civiltà che continua a costare sangue in tante parti del pianeta, resto colpito da una vignetta.

 

É un vero peccato che i piccoli passi verso la giustizia non facciano altrettanto clamore quanto la sconfitta della giustizia stessa. Ricorderete tutti il faraonico funerale del Casamonica, di quanto se ne sia parlato e delle immagini che sono state trasmesse centinaia di volte da tutti gli schermi televisivi con sottofondo della musica del Padrino suonata dalla banda e di petali lanciati dall'elicottero.

 

Tra qualche giorno papa Francesco sarà in Colombia per una visita che vuole essere qualcosa di più di un semplice incoraggiamento al cammino di costruzione di pace intrapreso con la firma degli accordi tra due delle fazioni in conflitto negli ultimi 50 anni della storia di questo Paese.

 L’inchiostro per il piccolo Charlie Gard si va lentamente esaurendo dopo giorni e giorni di contrapposizioni che a volte sono sembrate francamente inutili, sterili, strumentali. Che non sempre sono state in grado di porsi seriamente in ascolto innanzitutto del dolore, della speranza, comunque dei sentimenti dei genitori e poi delle ragioni della scienza medica.

 

Mi crea una forte commozione vedere il video che Repubblica ha fatto circolare questa mattina con le ultime immagini e le ultime parole pubbliche di padre Paolo Dall’Oglio prima di essere risucchiato nel silenzio che ormai lo avvolge da quattro anni.

 

Potremmo cavarcela affermando sbrigativamente: “Non sanno cos’altro inventarsi” ma, almeno in questo caso, penso sia troppo poco. Si tratta di un’offerta “turistica” che a quanto pare in Israele sta ottenendo un qualche successo e prevede un addestramento anti-terroristico i cui obiettivi sono finti palestinesi che si addestrano in un finto campo paramilitare.

 “Parlate della mafia - raccomandava Paolo Borsellino. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”. Che significa: diventate voi stessi il rovescio dell’omertà.

Nell'aprile 2014, all'uscita dell’autobiografia di Giovanni Franzoni, per la rivista Rocca scrissi alcune riflessioni che oggi, all'indomani della sua morte, appaiono ancora più efficaci e sincere.

I roghi che stanno bruciando dalla Campania a Messina, fino a interessare le Isole Tremiti in questi giorni condannano all’inferno migliaia di cittadini inconsapevoli e onesti.

A dispetto della foresta che crescendo non fa rumore, come recita l’antico detto in tema di informazione (fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce), un orto riesce a farne un po’ di più.

Nei giorni scorsi è stata presentata la Relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia. Di seguito alcuni passaggi che non hanno bisogno di commento e che vengono affidati alla nostra riflessione.

 

La Chiesa copta di Egitto è sicuramente tra le comunità più a rischio. Il fondamentalismo fanatico tinteggiato di Islam continua a colpire violentemente e tragicamente quella Chiesa causando vittime, sofferenze e lutti.

Essere amministratori pubblici, essere sindaci e assessori, non è cosa semplice. E non solo perché quotidianamente ci si trova faccia a faccia con problemi concreti che chiedono a te di essere risolti, ma anche perché in contesti, condizioni e circostanze precise che una volta forse potevano essere circoscritte solo ad alcune aree del sud del Paese e che oggi sono presenti in tante zone dello stivale, si rischia frequentemente di scontrarsi con interessi o privilegi che non “devono” essere toccati e che spesso comportano il rischio di un’intimidazione, una minaccia, un attentato.

 Domani papa Francesco si reca a rendere omaggio e a pregare sulle tombe di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani. Preti che in vita hanno provato la polvere dell’umiliazione, l’amarezza dell’incomprensione e, in taluni casi, anche la vera e propria persecuzione.

Ma lo avete visto il tavolo dei colloqui del G7 sull'ambiente? Quello col prato sopraelevato al centro. Quello che metteva tutti attorno all'erba e ai fiori. Forse è proprio l'icona perfetta dell'ipocrisia e della falsità.

 Kevin (o Kelvin?) è il nome del bambino di sette anni di origine cinese che ha lasciato l’Italia intera col fiato sospeso e che finalmente è riemerso dal coma dopo gli incidenti di Piazza San Carlo a Torino nella notte di sabato scorso.

 L’abbiamo ripetuto più volte. Celebrare la festa della Repubblica con una parata militare è come fornire un indirizzo sbagliato di casa. Questa nostra Repubblica è ancora fondata sul lavoro e, almeno sulla Carta, ancora ripudia la guerra.

Oramai ci siamo rassegnati a leggi e provvedimenti che recano un titolo anglofono e dopo Voucher, Jobs Act e Card è bene familiarizzare anche con Freedom of Information Act, meglio noto con la sua sigla FOIA, e di cui purtroppo si parla poco quanto niente.

L’ultima volta che ho incontrato Zygmunt Bauman è stata qui ad Assisi nel settembre scorso in occasione dell’incontro mondiale delle religioni per la pace a trent’anni dalla storica iniziativa di Giovanni Paolo II. Di seguito riporto la conclusione del suo interessantissimo intervento.

Sento che il Natale, questo Natale, irrompe nei nostri giorni per ricordarci di non arrenderci al presente. A sussurrare all’orecchio di ciascuno che il presente non ci basta. Qualche giorno fa un’amica, solitamente un po’ sopra le righe, diceva che questo presente non ci merita. E non è che non lo amiamo questo tempo carico di nubi che impediscono la luce del sole. Vorremmo piuttosto trasformarlo nell’oltre.. 

Ieri hanno fatto rientro a scuola gli studenti della scuola pubblica militare di Peshawar, in Pakistan, dove il 16 dicembre scorso un attacco terroristico, rivendicato dai taleban, ha causato la morte di 145 persone, di cui 132 studenti tra i 10 e i 18 anni.

Sono stupito di chi si stupisce. Che ci sia chi, usando il nome di Dio, semina morte, distruzione e sofferenza, non è scoperta recente. Tra le intuizioni più feconde del pontificato di Giovanni Paolo II vi è lo “spirito di Assisi” (27 ottobre 1986).

 Sin dai tempi dell’11 settembre è apparso molto evidente agli occhi degli osservatori non superficiali il ruolo chiave dell’Arabia Saudita nel terrorismo jihadista.


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