C'è una quotidianità dell'informazione che non ci soddisfa perchè ha un'agenda che non sempre (quasi mai!) corrisponde alle priorità della gente e dei popoli.
C'è una verità troppo spesso nascosta tra le pieghe dei fogli di giornale o che incespica tra le parole dello speaker televisivo.
C'è un commento dei fatti che contano veramente che vogliamo rileggere con l'unico filtro che conosciamo.
Quello degli sconfitti, delle vittime, della pace, della gente...
"Avendo in corpo l'occhio del povero" - avrebbe detto don Tonino Bello.
Per questo lanciamo questa nuova rubrica "feriale", ovvero un commento breve che, come Mosaico di pace, ripesca un fatto per riproporlo all'attenzione dei lettori con una luce nuova, con una sensibilità che scommettiamo condivisa.
E se così non fosse è destinata ad aprire riflessione e dibattito.
Pertanto quotidianamente proporremo un commento - breve quanto un'annotazione - su qualcosa che rischierebbe di passare altrimenti inosservato.
Sarà curato dalla redazione e specificatamente da Tonio Dell'Olio.
Speriamo incontri il gradimento e il favore di chi cerca di lasciarsi provocare per non fermarsi mai alla scorza degli avvenimenti ma di cercarne la linfa per attingere nuovi motivi di impegno.

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Cadere nella trappola di misurarsi in una competizione di prova muscolare di solidarietà è la peggiore delle tentazioni possibili.

A questo punto mi convinco che non è che non riusciamo a scrollarci di dosso l'abito della corruzione è che piuttosto non ce la facciamo (o forse nemmeno ci stiamo provando) a disincagliarla da dentro.

L'ennesima occasione perduta di buona politica. Dalle cronache parlamentari sappiamo che ieri a Montecitorio si discuteva l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sul caso Regeni.

 Sì, è vero. La vigilia e la celebrazione del 25 aprile è stata turbata da episodi che fino a qualche tempo fa non avremmo nemmeno immaginato. Rigurgiti di nazifascismo che pensavamo sepolti nel tempo e dal buon senso.

La cosa peggiore che potrebbe accaderci di fronte all'orrore che suscitano le immagini e le notizie che provengono dallo Sri Lanka è di poter solo pensare di rispondere a quell'eruzione di violenza con altra violenza.

Tutte le parole che vorrei provare a pronunciare con la tastiera mi si congelano sulle dita. Non riesco a commentare le ragioni del dolore, della morte, della distruzione abbattutesi sui cristiani inermi dello Sri Lanka senza pensare al sangue versato.

Isabelle Kean, è fin troppo facile intuirlo, è la madre di Moise Kean, il giovane fenomeno juventino che riesce a non fare sentire la mancanza di Ronaldo e a far vincere la Nazionale italiana coi suoi goal.

E se cominciassimo questa settimana abbandonandoci così, semplicemente, a una poesia di Gianni Rodari?

I gesti prima delle parole ovvero i gesti a suggellare la verità delle parole. Come diceva don Tonino Bello: “Di fronte a coloro che ostentano i segni del potere dobbiamo opporre il potere dei segni”.

L'amico Pigì, lettore maniacale de La Stampa, mi indica una notizia “che – dice – starebbe proprio bene tra i tuoi mosaici quotidiani”.

 Ieri sera ho incontrato e abbracciato Eugenia Bonetti, suora della Consolata che ha dedicato tutta la propria vita a far risorgere a nuova vita le donne vittime di tratta.

Non lo so voi, ma io dall'incontro con le persone ho sempre, inappuntabilmente, qualcosa da imparare. Se poi si tratta di gente che abita lontano o arriva dall'altra parte dell'oceano o del Mare che diciamo Nostro, si scatena dapprima la curiosità, poi il desiderio della comparazione e infine la scienza che dà luogo all'apprendimento.

Gli si crea subito una folla intorno, ma lui non si fa intimidire. Nella voce, che trema appena, c'è la consapevolezza di stare andando controcorrente, una corrente fascista e carica di odio che non lo attacca subito forse solo perché stupito della sua giovane età, e del suo coraggio.

 Ma cosa siamo diventati? E soprattutto, perché? Non eravamo mai stati così. Nemmeno nei tempi più bui. Manifestare contro l'arrivo dei rom in un centro di accoglienza a Torre Maura e arrivare a rovesciare il pane, il pane, che era destinato loro e poi calpestarlo e inveire e gridare: “Che muoiano tutti di fame” non può essere semplicemente l'effetto di un virus dis-umano contagioso.

Tra qualche giorno (5 aprile) a Padova ha inizio Global Healt – Il festival della salute globale. A differenza dell'incontro mondiale sulla famiglia naturale/tradizionale/uomo-donna-bambini, nessuno ne parla.

C'era un letterato britannico che diceva che per misurare il grado di civiltà di un Paese bastava valutare se le scuole assomigliano di più a un carcere o se le carceri sono più simili a una scuola.

Non abbiamo ancora notizie precise e attendibili sull'attentatore della sinagoga di Pittsburgh in Pennsylvania. È un matto? Un fanatico? Un negazionista esasperato e fondamentalista?

Liliana Segre, senatrice a vita e testimone dell'orrore dei campi di concentramento nazisti, ieri al Senato ha presentato una proposta di legge che istituisca una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza, di cui lei è prima firmataria.

Non chiedetemi quale divertimento ci possa essere nel darsi appuntamenti tra sconosciuti con l'esclusivo intento di picchiarsi. Non saprei rispondere. Eppure le cronache ci riferiscono che questo è quanto è venuto alla luce, qualche giorno fa, a Piacenza, con la segnalazione di ben 63 adolescenti che sono incorsi in questo tipo di reato.

Non so se è il simbolo della rivolta di popoli o il semplice sussulto di una coscienza popolare che sente di essere titolare del diritto alla vita per sé e per i propri figli, ma la marcia che, partita con poche centinaia di persone da San Pedro Sula in Honduras strada facendo è diventata un fiume in piena con migliaia di uomini, donne e bambini provenienti anche da El Salvador e dal Guatemala, è copertina eloquente per raccontare i nostri giorni.

Torino, Città della salute. Nove dipendenti si sono resi protagonisti anonimi di un gesto di solidarietà che, nell'Italia degli egosimi e delle chiusure a riccio sull'orticello della propria esistenza, può fare scuola.

Nel giugno scorso e in perfetta sincronia Il manifesto, il Guardian e il Tagesspiegel di Berlino pubblicarono un inserto gratuito di 56 pagine con i nomi dei 34.361 morti durante il viaggio per raggiungere le coste europee negli ultimi 15 anni.

Devo ammetterlo: non sono ancora riuscito a leggere nel dettaglio il Documento di economia e finanza varato dal Governo e approvato dal Parlamento. Ho solo letto i commenti e ascoltato le diverse opinioni. Non vi nascondo un aspetto che mi amareggia e su cui finora non ho intercettato alcuna nota critica.

 Parla scandendo bene le parole e facendo le pause giuste, Sudheendra Kulkarni, indiano presidente della “Observer Research Foundation”.

 Quando pensavo d’aver già ascoltato tutto l’ascoltabile in termini di migrazioni, incontro Nour Essa, una giovane donna siriana fuggita dalla guerra tre anni fa insieme al marito e al suo bambino che all’epoca aveva un anno e mezzo.

 Nell'epoca in cui – come andiamo ripetendo da tempo – gli slogan sembrano avere la meglio sui principi e sui valori, sulla riflessione argomentata e la documentazione seria, forse la comunicazione migliore è quella dei segni.

 A preoccupare non sono tanto le irriverenze istituzionali di questo o quell'altro rappresentante delle istituzioni, né quelle spacconate da bar che ricordano il “guappo di cartone” o il bullo del quale si ride di gusto alle spalle.

Per quanto mi riguarda, il cinema potrebbe essere ancora il cinema muto delle origini perché il cinema parla essenzialmente per immagini.

Personalmente non sempre comprendo - e tantomeno condivido – le scelte operate dai “saggi” che annualmente scelgono a chi assegnare il Nobel per la pace. Ma tanto lo scorso anno con Ican, la coalizione per la messa al bando delle armi nucleari in tutto il mondo, quanto quest'anno con Nadia Murad e Denis Mukwege, mi ci riconosco pienamente.

Aria di pace tra Perugia e Assisi. Un profumo sofferto che si espande nell'aria a ricordare tutti gli angoli del mondo in cui il conflitto diventa violenza e la violenza arriva al punto di mietere vittime e voci perché il più delle volte si tratta di guerre dimenticate, di urli soffocati, di boati silenziati.

La misura cautelare dell'arresto di una persona incriminata di un reato specifico è una scelta estrema e, comunque, dev'essere molto ben motivata perché si tratta della limitazione della libertà.

 La vicenda giudiziaria che ha interessato Mimmo Lucano, sindaco di Riace, non toglie nulla al significato e alla profondità di ciò che in quel piccolo paese calabrese si è sperimentato negli ultimi venti anni.

 Una donna sindaco non è una notizia. Ma se questa viene eletta a Dakar, la capitale del Senegal, dove il 92% della popolazione si dichiara musulmana, allora la notizia c'è eccome.

L’orrore sembra non conoscere alcun limite in Messico. Pensavo di aver conosciuto ormai tutte le attività criminali cui da anni sono dediti i cartelli (traffico di droga e di persone, traffico di organi, tratta di donne per lo sfruttamento sessuale, sequestri di persona, estorsioni…) ma Erika Llanos, attivista sociale messicana, riferisce che negli ultimi anni i narcotrafficanti si sono dedicati anche al rapimento di bambine da vendere nel mercato sempre più lucroso della pedofilia.

Jan Kuciak è il giovane giornalista investigativo slovacco che, insieme alla fidanzata Marina Kusnirova, fu assassinato il 21 febbraio scorso. Negli ultimi giorni ci sono stati alcuni arresti che sembrano lasciar sperare nella possibilità che sia fatta piena luce sulla vicenda e che – come si dice - la giustizia faccia bene il suo corso.

Sono passati quattro anni da quando il 26 settembre 2014, 43 studenti della Scuola Normale di Ayotzinapa, in Messico, scomparvero a Iguala, nello Stato di Guerrero, mentre in autobus tornavano da una manifestazione cui partecipavano annualmente.

 Ieri sera mi è giunto un messaggio in relazione a Mosaico dei giorni di ieri. Voglio condividerlo per intero.

Quando il 18 agosto 1938, in Piazza Unità d'Italia, a Trieste, Mussolini diede l'annuncio ufficiale dell'entrata in Italia delle leggi razziali, la folla applaudiva. Applaudiva ma non aveva ragione.

Per “aiutarli a casa loro” è indispensabile almeno coltivare buoni rapporti con i rispettivi governi delle nazioni di provenienza dei migranti. Il ministro degli interni italiano, invece, non solo si è lasciato sfuggire un apprezzamento sconveniente, in una sede autorevole, definendo i migranti come dei moderni schiavi, nel corso dell'incontro dei ministri degli interni dei paesi dell'Unione europea ma, di fronte alle proteste dell'intera Unione africana (Ua), ha teso a ironizzare, parlando di cattiva traduzione in francese.

A lui mi ispiro per il mio lavoro. L'uomo che sono diventato lo devo alla ferita di quel sedicenne inconsapevole, ingenuo, egoista, che aprì gli occhi su un modo di impegnarsi nella vita che non poteva essere fatto solo di sogni e parole, ma doveva farsi carne. 25 anni dopo voglio ricordare quell'uomo minuto, sembrava che il vento potesse farlo volar via, ma gigantesco nella fede in Dio e quindi nella fede nell'uomo.

Nonostante i molti impegni pastorali non smise mai di insegnare religione. Proprio quell'estate, forse temendo qualcosa, aveva chiesto una diminuzione d'orario, ma il preside che teneva a lui quanto i ragazzi, lo aveva convinto a non farlo. Ho conosciuto il suo volto, sempre sorridente anche se provato, da cui non traspariva la lotta impari che stava combattendo silenziosamente.

Sabato prossimo 15 settembre, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua morte (e anche della sua nascita), Padre Pino Puglisi riceverà la visita di Papa Francesco. Occasione storica importantissima e straripante di significati. Vi propongo di vivere l'attesa della visita con le riflessioni di Alessandro D'Avenia, giovane scrittore che ha conosciuto Puglisi da vicino. La sua è una testimonianza che ha trovato spazio anche in un romanzo, Ciò che inferno non è. Pubblicheremo pertanto il suo articolo a puntate fino a sabato 15 settembre.

"È tutta una mafia" mi dice il barista, mentre mi porge la tazzina del caffè. In realtà sta rispondendo a un altro cliente, col quale commenta il diverso trattamento riservato a chi apre un nuovo esercizio commerciale.

 L'11 settembre non è solo ricordo e memoria, dolore e sangue.

Tomaso Montanari oggi pubblica una riflessione molto interessante e opportuna dalla pagine de “Il Fatto Quotidiano”. Ne riporto solo l'inizio ma sottoscrivo tutto.

 La separazione dei poteri dello Stato è una garanzia. Da tempo le comunità umane hanno compreso che non possono essere emesse o cancellate sentenze a colpi di maggioranza.

Nell'Italia dei misteri eterni succede che passino otto anni dall'omicidio di Angelo Vassallo (5 settembre 2010) e che non vi sia ancora uno straccio di verità sui fatti e sui responsabili (esecutori e mandanti).

Tra le tantissime e variegate cose che passano sui social e che, talvolta inevitabilmente, mi raggiungono, c'è un post che in questi giorni mi trovo a citare spessissimo.

Un gruppo di detenuti del carcere di Saluzzo hanno preso l'impegno di scrivere una lettera aperta alla cittadinanza in prossimità dell'8 settembre. Hanno cominciato quest'anno e sperano di rimanervi fedeli anche se dovessero esserci altri al loro posto perché trasferiti, messi in libertà o altro.

Questa mattina ho letto la “Circolare n. prot. 0008819 del 4 luglio 2018 – Il riconoscimento della protezione internazionale e della tutela umanitaria” a firma del ministro Matteo Salvini. L'ho letta perché, lunedì scorso, la Commissione nazionale sull’asilo ha inviato un'altra circolare, a tutti i presidenti delle commissioni territoriali, chiedendo, senza mezzi termini, di ridurre drasticamente la protezione umanitaria.

di Marco Belpoliti in “la Repubblica” del 18 luglio 2018

Se gli occhi sono lo specchio dell'anima, come hanno scritto i filosofi antichi, cosa c'è nell'anima di questa donna? Molto più che paura o sconcerto. C'è l'orrore, quello di chi è stato lasciato in balia delle acque su un gommone a malapena galleggiante, e ha visto morire la propria amica e il figlio su quella zattera sconquassata dai marosi.

 

Economia circolare, economia civile, economia di comunione, economia sobria e sostenibile, economia equa e solidale, economia ecologica, economia verde (green economy), economia etica... non sono che alcuni esempi di vere e proprie scienze economiche che sono andate sviluppandosi negli ultimi anni per cercare un'alternativa credibile all'economia di mercato che continuamente ci viene servita come l'unica economia possibile.

Don Pietro Pappagallo qualcuno almeno lo ricorderà. Era il prete pugliese (nato a Terlizzi, Bari) che durante le persecuzioni delle leggi razziali trovò rifugio in Roma per centinaia di ebrei, aiutò la resistenza a organizzarsi in città, diede rifugio ad antifascisti e soldati alleati.

Anna Cisint è la sindaco leghista di Monfalcone, in provincia di Gorizia, che ha emesso un'ordinanza secondo la quale la presenza dei bambini stranieri nelle scuole dell'infanzia della città non deve superare il 45%.

 Congo, Mali, Camerun, Senegal, Togo, Angola, Guinea, Mauritania, Algeria, Marocco. Sono le nazionalità rappresentate ieri nella sfida mondiale tra Francia e Belgio, dove la maggior parte dei calciatori avevano la pelle nera.

 Un digiuno per dire con i nostri stessi corpi la sorte di tante persone in carne e ossa che sono costrette a fuggire dai propri paesi e ad andare incontro alla tortura del deserto, delle mafie libiche e del mare.

Oggi ricorre il decimo anniversario dell'inaugurazione di quel monumento alla pace e alla speranza e all'accoglienza e all'abbraccio che è la “Porta d'Europa” di Mimmo Palladino, collocata in area Cavallino bianco, in vista mare, sull'isola di Lampedusa.

Rispetto a tutto il clamore mediatico che si è creato attorno all'accoglienza mancata – veri e propri respingimenti – che rappresenta una vergogna non per la civiltà europea, per le sue radici cristiane e per chissà quale altro nobile e solenne movente, ma semplicemente per l'umanità, c'è chi fa.

Spero che al linguaggio di Salvini nessuno si abitui né si rassegni. La differenza è che adesso non parla più soltanto come un leader di partito nell'agone della campagna elettorale, ma da ministro della Repubblica.

 In Yemen è in corso una guerra che secondo alcuni osservatori potrebbe concludersi (ma non risolversi) con un bagno di sangue che forse è in atto proprio mentre scriviamo.

Nel girone delle atrocità possibili, non so quale posto occupi la separazione forzata di un bambino dai propri genitori, ma immagino che si contenda la cima della classifica. Eppure, è ciò che avviene “legalmente” al confine tra Messico e USA.

Nel discorso che papa Francesco ha rivolto ai “dirigenti delle principali imprese del settore petrolifero, del gas naturale e di altre attività imprenditoriali collegate all'energia” ha mostrato con tutta evidenza cos'è la parresia, ovvero il parlare con franchezza ispirata, senza compromessi e senza sconti.

 Luciana Alpi è da annoverare tra le madri-coraggio. Come quelle di Plaza de Mayo in Argentina, come le tante che ho conosciuto percorrendo l’America Latina, come le mamme dei tanti uccisi dalle mafie.

 Questa mattina, presso il tribunale di Roma, il giudice Andrea Fanelli dovrà decidere se continuare a indagare sulla morte di Iaria Alpi e Miran Hrovatin o accettare la richiesta di archiviazione della Procura.

Nel discorso che papa Francesco ha rivolto ai “dirigenti delle principali imprese del settore petrolifero, del gas naturale e di altre attività imprenditoriali collegate all'energia” ha mostrato con tutta evidenza cos'è la parresia, ovvero il parlare con franchezza ispirata, senza compromessi e senza sconti.

 Tento di dire, di balbettare... forse non c'è gioia più grande per una persona ridotta a numero di matricola, all'età di 14 anni, in un campo di concentramento, che riscoprire nome, volto, identità, dignità. Vedere oltre le umiliazioni, oltre quel 75190 tatuato indelebilmente sul braccio e nella memoria: “Mi hanno chiuso le porte della scuola e mi hanno aperto quelle del Senato” - ha detto in un'intervista a Marco Damilano su L'Espresso.

 Ci sono degli amici di cui vado fiero. Tra questi vi è un prete triestino al quale il quotidiano Avvenire ha dedicato un lungo articolo per ricordare i 40 anni della legge Basaglia. Riprendo qui solo l'inizio dell'articolo. È don Mario Vatta.

 

“Non erano terroristi, erano studenti” così gridavano le donne che, il 30 maggio scorso, hanno partecipato alla marcia delle mamme in occasione della “festa della madre” nella capitale del Nicaragua.

 Si celebra quest'oggi il processo a Martine Landry, la militante francese di Amnesty International che nel gennaio scorso fu denunciata per aver aiutato due migranti a entrare in Francia.

Come sempre si tratta di storie minori. Minori e sconosciute. Ma non per questo meno gravi. Claudia Patricia Gómez Gonzales, aveva 20 anni e voleva studiare legge. Ma la famiglia del piccolo villaggio di San Juan Ostuncalco, in Guatemala, non ne poteva sostenere la spesa e così a Claudia non è restata altra alternativa che tentare il terno al lotto dell'emigrazione clandestina verso gli USA, dove poter trovare lavoro e mantenersi all'università.

 Mentre ricorre oggi il 44° anniversario della strage di Piazza della Loggia a Brescia (e faremmo bene a non dimenticarlo mai) e gli occhi di tutti sono rivolti al Colle più alto per ringraziarlo o per oltraggiarlo, è in Colombia che si celebra una vera novità.

Non sono solo i più anziani a ricordare quelle immagini drammatiche di un lungo pezzo d'asfalto sollevato da un'esplosione da guerra, da bombardamento, lì nei pressi dell'Isola delle Femmine, vicino all'uscita di Capaci.

Confesso: personalmente non sono riuscito a fare un'analisi seria e dettagliata del "contratto di governo" che è stato varato dall'alleanza Salvini-Di Maio.

Dopo aver visto Loro 1 e Loro 2, di Paolo Sorrentino, sembra inevitabile considerare che nelle parabole paradossali e cariche di fantasia del regista vi siano molte esagerazioni e che, piuttosto che riflettere su Berlusconi, vi sia il proposito deliberatamente ammiccato dal titolo, di far riflettere su se stessi.

Sono avvenute ieri le esequie del giornalista messicano Carlos Huerta Gutiérrez, della radio e tv dello Stato meridionale di Tabasco. Si è trattato di una vera e propria esecuzione, un agguato in piena regola come per gli altri tre giornalisti uccisi in Messico dall'inizio dell'anno.

È la bellezza che salverà il mondo. Lo ripetiamo con Dostoevskij, Todorov, don Tonino Bello... Perché nutrire lo sguardo e il cuore di arte e di poesia - contrariamente a quanto si è detto – dà da mangiare.

 Ha ragione Brunetto Salvarani: "Papa Francesco, un Papa cristiano, in 12 mesi a Bozzolo, Barbiana, Alessano, Nomadelfia, Loppiano, non risarcimento, ma restituzione a una memoria ecclesiale condivisa di figure chiave sul confine tra radicalità evangelica e grammatica dell'umano".

Come frutto della campagna in atto "Italia ripensaci" che raccoglie adesioni per chiedere all'Italia di aderire al Trattato ONU per la messa al bando delle armi nucleari, nei giorni scorsi anche il Consiglio comunale di Milano ha chiesto con una sua propria mozione al Governo Italiano di "sottoscrivere e ratificare il Trattato dell'ONU affinché gli scopi e i principi della Carta di fondazione delle Nazioni Unite veda quanti più Paesi decisi a non abdicare al ruolo di custodi della pace, dell'ambiente e dell'umanità”.

Bisogna riconoscere la scelta significativa del quotidiano “Avvenire” che oggi – nel quarantesimo anniversario - nella stessa pagina fa memoria tanto dell'esecuzione capitale di Aldo Moro decretata dalle BR (e forse non solo da loro) quanto del tragico omicidio di Peppino Impastato ad opera di Cosa Nostra (e forse non solo da essa).

Nei giorni scorsi, a Iglesias, in Sardegna, ci sono state due giornate di mobilitazione e riflessione sul disarmo. Ricorderete che a Domusnovas si costruiscono le bombe per conto di RWM, un'azienda tedesca, che vengono vendute all'Arabia Saudita e uccidono civili in Yemen. Tra le altre cose, ho trovato particolarmente “disarmanti”, per semplicità ed efficacia, le parole che il vescovo Giovanni Paolo Zedda ha indirizzato all'iniziativa, dopo averle concordate col Consiglio presbiterale.

Mi raggiunge la notizia della morte di Ermanno Olmi. Lascio da parte quel che avevo immaginato di scrivere per oggi per dedicarmi a tentare di dire una parola su quest'uomo tanto ispirato e autentico.

 Il 26 aprile 1919 nasceva Adriana Zarri, una donna che, dall'osservatorio privilegiato del suo eremo, ci ha aperto alla comprensione delle cose di Dio.  

Vent'anni fa, in Guatemala, veniva ucciso Mons. Juan Gerardi, vescovo ausiliare della capitale e coordinatore del monumentale lavoro di recupero della memoria storica degli anni dei massacri in quel Paese.

 Ormai alla vigilia della storica visita di papa Francesco in Puglia che intende rendere grazie a Dio per averci donato don Tonino Bello, si nota un'adesione vasta ed entusiasta. A quanto pare, saranno decine di migliaia le persone che prenderanno parte agli appuntamenti e soprattutto alla celebrazione eucaristica nello stesso luogo in cui, 25 anni fa, furono celebrate le esequie.

 Poiché non riuscirei a dire parole migliori, ovvero a fare un'analisi più lucida di quello che avviene in Siria, mi limito a riportare di seguito alcune dichiarazioni di mons. Jean-Clement Jeanbart, arcivescovo greco-cattolico di Aleppo, diffuse ieri dal SIR (Servizio di Informazione Religiosa). 

C'è molta enfasi sul tema delle periferie. Tanto sulle loro condizioni di vita quanto sui valori che si vivono stando più lontani dai centri e dai centri di potere. È una lettura metaforica o simbolica delle periferie come “luogo di scarto”, unità di misura di ogni forma di emarginazione, sistema di degrado indotto da politiche abitative, sociali, economiche sbagliate.

 Storie minori. Solo in apparenza. Perché poi sono quelle che danno ossigeno ai giorni. Gianluca Crittino è un bambino di 8 anni che, qualche giorno fa, è stato premiato, a Vercelli, nel corso della festa della Polizia di Stato.

 Alzi la mano chi, nella recente campagna elettorale, ha sentito parlare qualcuno dei leader candidati a Palazzo Chigi o un deputato in pectore di “sicurezza sul lavoro”.

"Immagini sconvolgenti, l'umanità è morta oggi in Siria". Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, piange al telefono con l'ANSA mentre davanti ai suoi occhi scorrono le terribili foto di ciò che un raid aereo nella provincia di Idlib ha lasciato dietro di sé.

 Questa mattina ho visto un video che circola tra i social. È l'interno di una casa siriana o di un rifugio di una città presa di mira dagli attacchi con armi chimiche.

 "Stamattina il figlio di una mia paziente di 5 anni mi ha dato questo biglietto per ringraziarmi delle cure alla sua mamma e dentro c’erano i suoi risparmi che ha voluto donarmi per la ricerca sul cancro ...mi veniva da piangere !!!!".

Quando durante il colloquio di lavoro ti hanno chiesto se non avevi forse intenzione di avere dei figli. Quando a parità di mansioni la tua busta paga era più sottile di quella del collega maschio. Quando non sta bene che una donna...

 A scanso di equivoci vogliamo dirlo il giorno prima. Non sia una giornata melense e retorica quella di domani. Dolce sì, ma nella scia della tenerezza.

 Le mafie italiane in Slovacchia come in tanti altri Paesi europei e non europei sono presenti ormai da tanti tanti anni. Sono mafie silenti. Sono lì soprattutto per mettere a segno  affari lucrosi.

 Hanno suscitato indignazione gli annunci su Twitter in Arabia Saudita di famiglie che propongono di “vendere” le domestiche straniere ad altri. Gli annunci sono corredati anche da foto e una serie di dettagli: età, nazione di provenienza, lingue parlate e anni di esperienza. Non mancano il compenso mensile, la cui media è attorno ai 400 euro, e la motivazione della “vendita”.

 

Milex, l'Osservatorio sulle spese militari, ci fa sapere che in questi giorni, mentre le camere sono sciolte, la ministro della difesa Pinotti ha inviato al Parlamento uno “schema di decreto ministeriale” che prevede una spesa complessiva di 766 milioni (ho controllato, non si tratta di un errore!) fino al 2032 per l'acquisto di “aeromobili a pilotaggio remoto” (droni,) 20 a quanto pare.

 Gabriella Nobile è una donna milanese, madre adottiva di due bambini africani e che in questi giorni ha scritto una lettera aperta a Matteo Salvini. Postata sui social, la lettera sta ricevendo tantissimi consensi.

Per quanto io mi sforzi e cerchi di dare una spiegazione all'ostinazione dei politici statunitensi nel voler permanere nella situazione legislativa che consente l'acquisto e l'uso pressoché indiscriminato di armi da fuoco, non riesco a giustificarla dinanzi alle stragi che continuano a colpire cittadini inermi e, spesso, proprio i più giovani.

Nella didattica e nella pedagogia considerate obsolete e superate, quando un maestro o una maestra voleva far correggere un errore a uno scolaro o fare in modo che la forma corretta restasse impressa nella sua mente, gli assegnava il compito di scrivere cinque pagine di quella parola. Peggio il caso in cui l’operazione veniva richiesta alla lavagna, alla presenza di tutti i compagni di classe.

Negli Usa tutte le donazioni per la campagna elettorale di un presidente devono essere dettagliatamente e scrupolosamente documentate e rese pubbliche. Da quel registro sappiamo che la lobby delle armi ha sostenuto l'elezione di Donald Trump con una donazione complessiva di 30 milioni di dollari.

“So come mi chiamano ma non come mi chiamo, / il nome l'ho smarrito senza sporgere reclamo, / dimoro in una stanza come merce in magazzino: / buongiorno a tutti, sono clandestino. / Dev'esserci un equivoco, qualcosa di sbagliato, / mi dicono che avrei commesso un crimine, un reato, / allora mi domando se son ladro o assassino, / poi scopro di esser solo clandestino. / Se c'è un po' di giustizia, se c'è vera uguaglianza, / avrò ben presto anch'io diritto di cittadinanza, / ma forse è un sogno matto, forse un sogno ballerino, / il sogno, almeno, non è clandestino”.


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